La compagnia aerea sta affrontando una denuncia in Spagna per violazione dei diritti di protezione dei dati in relazione a un sistema di verifica dell’identità che utilizza il riconoscimento facciale, considerato abusivo. Un’associazione accusa l’azienda di utilizzare una procedura “invasiva” e ingiustificata.
Rendere l’esperienza più complessa?
Ryanair ha richiesto la verifica dell’identità con il riconoscimento facciale quando un cliente ha effettuato una prenotazione tramite un’agenzia di viaggi. Questa procedura di verifica imposta a determinati clienti è stata fortemente criticata, in quanto sembra violare le leggi sulla protezione dei dati e promuovere un vantaggio competitivo sleale. Questa procedura non è necessaria se il cliente prenota direttamente con Ryanair.
Questa misura sembra quindi un tentativo di scoraggiare e complicare le prenotazioni tramite terzi e di incoraggiare i clienti a prenotare direttamente sul suo sito. La strategia solleva dubbi sull’etica delle pratiche commerciali dell’azienda.
Secondo Ryanair, lo scopo di questo processo sarebbe quello di aiutare a verificare i dettagli di contatto di un cliente, sebbene la compagnia aerea disponga già di tutte le informazioni pertinenti e questa verifica non sia necessaria se un cliente prenota direttamente con loro. “Hanno già i vostri dati per inviarvi il link al processo di ‘verifica’. Anche la verifica dei dati di contatto tramite la biometria non ha molto senso: il vostro indirizzo e-mail non è stampato sul vostro viso o sul vostro passaporto. Il processo di revisione contabile di Ryanair sembra un altro tentativo di rendere la vita più difficile ai passeggeri e ai concorrenti per aumentare i profitti“, sostiene Romain Robert, direttore del programma della noyb, che ha lanciato l’accusa. Lo scopo di questi sistemi di riconoscimento facciale è principalmente quello di controllare i volti e le identità, non i dati dei clienti come gli indirizzi e-mail.
L’uso dei dati biometrici
Oltre all’esperienza dell’utente e alla concorrenza sleale, anche la sicurezza dei dati è sotto accusa, poiché il modo in cui questi dati vengono elaborati rimane poco chiaro. L’azienda non ha fornito informazioni comprensibili sullo scopo di questo processo e gli utenti non hanno informazioni chiare su come verranno utilizzati i loro dati. Di conseguenza, il consenso degli utenti non è informato o specifico, rendendo il suo utilizzo non valido ai sensi delle norme del RGPD (Regolamento generale sulla protezione dei dati).
Questo caso evidenzia la crescente importanza della protezione dei dati e della privacy nell’ambiente digitale di oggi e potrebbe avere importanti implicazioni per il modo in cui le aziende utilizzeranno le tecnologie di riconoscimento facciale in futuro.